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i Introduzione
i.1 Il Progetto
i.2 Ricerca e monitoraggio
i.3 Schede monitoraggio aziende
1 La Formazione Professionale
1.1 Il profilo professionale del Progettista di Abbigliamento
1.2 Il percorso Formativo
1.3 Le competenze acquisite
1.4 Spendibilità nel mondo del lavoro
2 Progettazione
2.1 La modellistica industriale
2.2 La scheda tecnica
2.3 Controllo del prototipo e modifiche di un modello
2.4 Dati necessari per lo sviluppo di una gonna
2.5 Vari tipi di sviluppo industriale
2.6 I piazzamenti
3 Controllo Qualità
3.1 Collocazione del controllo qualità nel processo produttivo
3.2 Cos'è il controllo qualità
3.3 Quali sono i tipi di controllo da eseguire
3.4 Formax per il controllo qualità
3.5 Procedura di controllo
4 La teoria delle Conformazioni Antropometriche
4.1 Il Metodo delle conformazioni antropometriche
4.2 Gli strumenti offerti dalla tecnologia
4.3 Modalità applicative: la teoria ed il processo industriale
4.4 L'abbigliamento programmato
4.5 I capi "su misura"
4.6 La vendita per corrispondenza e via internet
4.7 La comunicazione
4.8 Le simulazioni e la virtualità
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La decisione di assumere

La ricostruzione delle strategie di assunzione offerta dagli imprenditori dà importanti indicazioni sulle modalità concrete di assunzione, soprattutto dal punto di vista dei tempi di programmazione, delle strategie di ricerca del personale, delle modalità di reclutamento e selezione, oltreché delle ragioni che spingono le imprese ad assumere.

Il risultato è nettamente diverso rispetto a quanto visto per le imprese manifatturiere toscane (ORML-Ciriec 1996a: 66-68), dove le dinamiche di sostituzione erano nettamente prevalenti, pur in una congiuntura nettamente più favorevole. Le assunzioni effettuate nel sistema moda toscano sono razionalizzate dalle imprese (tabella 57) bilanciando tra ragioni strategiche - in totale 46% (codici 3, 4, 5) - e ragioni di sostituzione -54% (codici 1, 2, 6, 7)-. Sembra perciò coerente anche l’indicazione relativa alle assunzioni previste dove sono nettamente prevalenti le ragioni strategiche (79%).

Tabella 57. Ragioni delle assunzioni effettuate e delle assunzioni previste dalle imprese toscane del campione lavoro


Fonte: elaborazioni Ciriec.

Sembra comunque che malgrado il prevalere di ragioni strategiche l’orizzonte previsionale delle imprese sia estremamente limitato. Le imprese che hanno assunto sostengono nel 67,7% dei casi di aver programmato le assunzioni con un anticipo inferiore a tre mesi; oltre il 90% con un anticipo inferiore a 6 mesi. Se si considerano i dati sulle previsioni di assunzione si nota uno spostamento verso un orizzonte previsivo più
Una diminuzione della quota delle sostituzioni per abbandono sembra sia fisiologica data la difficoltà di previsione.
ampio: il 40% delle imprese che prevedono di assumere, lo faranno nei prossimi 6 mesi; il 46,7% nei prossimi 12 mesi, il 13,3% entro i prossimi 24 mesi (tabelle 58).

Tabella 58. La programmazione delle assunzioni effettuate dalle imprese toscane del campione lavoro


Fonte: elaborazioni Ciriec.

Questi dati sono di difficile interpretazione, non solo per l’esiguità del numero delle risposte, ma anche e soprattutto per il convergere nelle risposte ai quesiti di una serie di fattori difficilmente separabili. Per quanto riguarda le assunzioni effettuate il ristretto orizzonte temporale può indicare il ritardo intercorso tra decisione di assunzione ed assunzione effettiva, piuttosto che i tempi di programmazione dell’assunzione. L’ampliamento dell’orizzonte previsivo per le assunzioni future può derivare più che da una consapevole attività di programmazione, dal convergere di aspettative incerte sul futuro che tendono a procrastinare assunzioni di cui ci sarebbe già necessità all’interno dell’impresa.

Il reclutamento

Indicazioni utili sul comportamento delle imprese derivano dall’analisi delle modalità concrete attraverso cui esse hanno selezionato e assunto personale nel passato. Il mercato del lavoro cui le imprese hanno attinto in passato e prevedono di attingere per le assunzioni future è prevalentemente quello locale, da cui provengono l’83,7% degli occupati; e da cui si prevede proverranno oltre il 90% degli assunti. Di fatto passando all’ambito provinciale si esaurisce pressoché completamente il bacino di reclutamento delle imprese (Tabella 59).

Tabella 59. Provenienza addetti e assunti nelle imprese toscane del campione lavoro (%)

Fonte: elaborazioni Ciriec.

Le modalità di selezione del personale utilizzate dalle imprese per il reclutamento sono in prevalenza la selezione diretta indicata dal 95,1% imprese, e la segnalazione - 16,4% -. Solo il 4,9% delle imprese ha fatto ricorso all’ufficio di collocamento o a società di selezione del personale. Per le assunzioni previste si continuerà a ricorrere in prevalenza alla selezione diretta - 93,3% -, ma si tenteranno strumenti di selezione nuovi quali le liste di mobilità e le liste di lunga disoccupazione, rispettivamente 20% e 6,7%.

Siccome era prevista la possibilità che l’intervistato fornisse risposte multiple, può essere interessante analizzare più in dettaglio coloro che hanno indicato una sola modalità di reclutamento. Si tratta di 46 imprese - pari al 75,4% di quelle che hanno risposto - la cui distribuzione per tipologia di reclutamento è sintetizzata nella tabella 60.
La percentuale è calcolata sui rispondenti. Erano previste risposte multiple.

Tabella 60. Distribuzione delle imprese toscane del campione lavoro che hanno fornito una sola risposta

Fonte: elaborazioni Ciriec.

Vi si può notare che oltre il 90% delle imprese utilizza la sola selezione diretta; il 4,3% si affida alla segnalazione. Il collocamento è l’unica strada di reclutamento solo per il 2,2% delle imprese.

Tabella 61. Chi ha deciso e chi deciderà le assunzioni nelle imprese toscane del campione lavoro

Fonte: elaborazioni Ciriec.

Resta ancora da considerare chi decide in ultima istanza le assunzioni (Tabella 61). Quasi invariabilmente la decisione di assumere è presa dal titolare dell’impresa: il 70% delle imprese intervistate dichiara che è il titolare a decidere le assunzioni; nell’11,8% dei casi tale responsabilità è attribuita ad organi collegiali quali comitato di direzione e consiglio di amministrazione. Solo nell’8,5% delle imprese è l’ufficio risorse umane a decidere le assunzioni.

Il fabbisogno professionale

L’analisi del fabbisogno è un punto centrale per la costruzione delle politiche pubbliche della formazione. L’obiettivo di questa ricerca è l’analisi quantitativa del fabbisogno professionale delle imprese, ma cerca di determinarlo a partire da una ricostruzione del modo in cui le imprese rappresentano le figure professionali ed il proprio fabbisogno. A questo fine alle imprese è stato quindi richiesto di fornire quattro gruppi di informazioni diversi: (i) la suddivisione degli addetti sulla base della loro professione; (ii) quali figure l’impresa intende effettivamente assumere a breve termine; (iii) quali figure professionali ritenga più difficili da reperire; (iv) quali figure professionali ritenga necessarie al suo buon funzionamento.

Per la classificazione delle figure professionali si è proceduto secondo due differenti strategie. Per le domande in cui era centrale l'aspetto qualitativo si è partiti dalle indicazioni, anche terminologiche, fornite dagli intervistati, che sono state poi tradotte secondo la classificazione ISTAT (1991) delle professioni. Per quanto riguarda i dati di stock e flusso disaggregati per mestiere si è predisposta una tabella costruita scegliendo nella ella classificazione ISTAT le figure professionali relative al settore della moda, lasciando la possibilità di riportare in calce alla tabella le indicazioni non immediatamente riconducibili alla classificazione proposta.

Circa il 20% delle imprese intervistate ha reclutato in media il 5% degli assunti del 1996 dalle liste di mobilità. Solo 2 imprese hanno assunto dalle liste di lunga disoccupazione, per in media lo 0,2% dei nuovi addetti. I flussi previsti continuano ad essere stabilmente esigui. Con questi risultati è facilmente prevedibile che poche imprese utilizzeranno per il reclutamento le inserzioni sui giornali: infatti solo il 27,9% delle imprese intervistate dichiara di averli utilizzati; la totalità di questi si è rivolta a quotidiani o giornali a diffusione locale o al massimo regionale.

Indici di presenza e previsione di assunzione

La ripartizione degli addetti per figura professionale rispecchia la struttura per area funzionale vista nei capitoli precedenti. La gran parte degli addetti svolge professioni legate alla produzione. Considerando la classificazione per grandi gruppi di professioni riportata nella tabella 62 si nota la netta prevalenza degli artigiani, operai e conduttori di impianti che rappresentano il 77,6% degli addetti; le professioni esecutive relative agli uffici l’8,3%; le professioni tecniche il 7,4%. La quota delle professionalità più elevate - per le quali è richiesta la laurea – sul totale degli addetti è appena il 2,4%.

Tabella 62. Addetti per mestiere nelle imprese toscane del campione lavoro (%)


Fonte: elaborazioni Ciriec.
Si sono quindi classificate le risposte sulla base della classificazione ISTAT fino alla disaggregazione a 4 cifre; si sono eliminate le risposte che indicavano specificazioni gerarchiche o funzionali, e comunque quelle indicazioni che non si riferivano a figure professionali ben definibili. Ad esempio, si sono eliminate risposte come capo-reparto o apprendista che non consentono di risalire né alla funzione svolta né all’area di specializzazione.

A titolo di curiosità è utile ricordare che abbiamo individuato un solo ingegnere.

Figura 6 Addetti per mestiere nelle imprese toscane del campione lavoro (%)


Per quanto riguarda specificamente le figure professionali interessate da questa ricerca è stato abbastanza agevole distinguerle sulla base della loro presenza nei gruppi. In particolare per le figure professionali artigiane, operaie ed i conduttori di macchine è la stessa classificazione ISTAT - disaggregazione a tre cifre - a specificare strettamente l’appartenenza settoriale. Si è perciò costruito un indicatore di presenza per ciascuna classe di professioni ponderando il numero delle presenze con il totale degli addetti dei settori in cui quelle figure professionali sono, o è plausibile siano, impiegate. Le figure professionali con l’indice più alto sono quelle raggruppate nella classe 6.5.4.; seguono a grande distanza la 7.2.6, e la 6.5.3.

Tabella 63. Indice di presenza nelle imprese toscane del campione lavoro (ISTAT 3 cifre)



Fonte: elaborazioni Ciriec.

* in questa tabella e nelle seguenti i codici di gruppo istat sono sostituiti dalla seguente codificazione: "a" sta per "1760-1770-1810-1820-1920-1930"; "b" sta per "1760-1770-1810-1820"; "c" sta per "1920-1930"; "d" sta per "1930".

L’analisi delle previsioni di assunzione è stata condotta con la stessa tecnica adottata in precedenza. Si è costruito ancora una volta un indice di previsione di assunzione che ponderasse il numero di risposte con le imprese appartenenti ai settori interessati dalle figure professionali. E’ emersa ancora una volta la centralità delle figure professionali delle classi degli artigiani e operai del cuoio, pelli, calzature (6.5.4.) e degli operatori di macchinari dell'industria tessile e delle confezioni (7.2.6.).

Tabella 64. Indice di previsione nelle imprese toscane del campione lavoro (ISTAT 3 cifre)

Fonte: elaborazioni Ciriec.

Indice di difficoltà di reperimento

Come accennato, si è richiesto esplicitamente alle imprese di indicare quali figure professionali - massimo tre - ritenessero più difficili da reperire sul mercato del lavoro. Il tasso di risposte è stato dell’88,2%. Il 60% delle imprese che rispondono indicano una figura professionale difficile da reperire; il 25% ne indicano 2; il restante 15% 3. Sembra dunque di poter inferire che le imprese ritengono di aver trovato generalmente difficoltà nel reperimento di figure professionali di cui hanno avuto bisogno. Tale difficoltà non è relativa a bisogni immediati, ma può rappresentare piuttosto un problema strutturale per i mercati del lavoro su cui operano le imprese del sistema moda. Come si è visto quei mercati sono prevalentemente locali. E’ plausibile che per le imprese più piccole la difficoltà nel reperimento di professionalità sia da attribuire in parte anche a una insufficienza dei flussi informativi a livello territoriale. Per le imprese più grandi e per i grandi gruppi toscani non è ragionevole ritenere che tali carenze informative determinino il mancato incontro tra domanda e offerta. Si deve piuttosto ritenere che la carenza di certe professionalità sul mercato del lavoro sia reale e strutturale.

Il risultato generale che emerge dall’analisi dei dati relativi alle figure professionali difficili da reperire è la forte concentrazione su figure di produzione.

Tabella 65. Difficoltà reperimento figure professionali nelle imprese toscane del campione lavoro (ISTAT 2 cifre)


Fonte: elaborazioni Ciriec.

Questo dato è particolarmente evidente se si classificano le figure a livello di gruppo professionale - 2 cifre -: oltre l’80% delle imprese indica di aver incontrato difficoltà nel reperire artigiani ed operai. Circa un terzo dichiara inoltre di avere incontrato difficoltà nel reperire operai conduttori di macchinari industriali. Seguono a grande distanza - circa 15% - tecnici in scienze fisiche, naturali, dell'ingegneria e assimilati- gli impiegati di ufficio - indicati da circa il 10% delle imprese -.

Si è ritenuto di costruire un indicatore di difficoltà del reperimento ponderando il numero delle indicazioni di difficoltà con il numero di imprese intervistate appartenenti ai settori in cui quelle figure professionali sono, o è plausibile siano, impiegate. Tale indice, crescente al crescere della difficoltà, dà indicazione nettissima del fatto che le maggiori difficoltà di reperimento sono legate al settore delle calzature e delle borse.

L’indice può superare il valore 1,00 poiché l’indicazione fornita da ogni impresa può riferirsi a più figure professionali elementari che nella classificazione a tre cifre ISTAT appartengono alla stessa classe.

Tabella 66. Indice di difficoltà nel reperimento delle figure professionali nelle imprese toscane del campione lavoro (ISTAT 3 cifre)


Fonte: elaborazioni Ciriec.

Per quanto riguarda le figure appartenenti al gruppo 6.5.4 esiste una percezione diffusa della difficoltà di reperimento interna al settore; ben 25 imprese su 29 - ovvero l’86,2% - indicano tra le figure professionali elementari difficili da reperire almeno una appartenente alla classe. Altre 6 ne indicano almeno due; ben 5 selezionano tutte e tre le figure richieste dal questionario tra quelle della classe. La percezione di difficoltà è molto meno evidente anche per le altre figure professionali monosettoriali: solo il 23,5% delle imprese ritiene difficoltoso reperire figure professionali elementari appartenenti alla classe 7.2.6; e solo il 17,6% alla classe 6.5.3. Se si scende a livello di figure professionali elementari i maggiori indici di difficoltà sono riferiti sempre a figure appartenenti alla classe 6.5.4, come mostra la tabella 67.

Tabella 67. Indice di difficoltà nel reperimento per imprese toscane del campione lavoro disaggregato per figure elementari (ISTAT 3 cifre)


Fonte: elaborazioni Ciriec.

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