Un campo relativamente nuovo e che sta assorbendo grandi investimenti in R&D è quello della simulazione della vestibilità attraverso l’uso di modelli matematici sia dei volumi antropometrici che dei tessuti e delle basi bidimensionali, la quale, se risolta (e se risolvibile) va ad incidere immediatamente in più fasi strategiche del ciclo di vita del prodotto “indumento”; fasi del processo produttivo che assorbono percentuali molto alte dei costi, sia in termini di tempo che di risorse tecniche ed umane: in particolare sono la fase del passaggio dal figurino al prototipo (interpretazione industriale da parte del modellista del disegno stilistico) e quella della realizzazione dei campionari.
Le problematiche tecnologiche legate alla realizzazione di modelli matematici atti a descrivere esaurientemente questi processi sono enormi e quasi tutte dipendenti dall’alto numero dei parametri di processo che è necessario conoscere e controllare in tempo reale. Questi aspetti attengono sia al tipo di algoritmo utilizzato (teoria matematica) sia al numero di operazioni/secondo necessarie per fornire una simulazione realistica dei fenomeni.
Ma se l’evoluzione tecnologica lascia pensare che molto velocemente avremo calcolatori adatti allo scopo a costi commerciali, esiste qualche perplessità sul fatto che sarà possibile avere nello stesso intervallo di tempo una evoluzione adeguata dei modelli di simulazione.
Tale considerazione proviene dall’osservazione che esiste un intervallo troppo ampio di valori, che talvolta non sono neppure prevedibili, all’interno del quale alcuni parametri del processo risultano aleatori: pensiamo al comportamento anelastico dei tessuti e di tutto il materiale che va a costituire un capo di abbigliamento (fodera, adesivi, tensioni delle
Alcune multinazionali, specializzate oltre che in abbigliamento tradizionale in prodotti tecnici (Decathlon , France), ad esempio per uso sportivo o funzionali, approccia il problema della identificazione e del controllo antropometrico attraverso l’analisi delle relazioni Taglia-Peso.
In senso più ampio lo studio della vestibilità implica tutto quanto riguarda il comportamento di un indumento indossato sopra un volume antropomorfo.
cuciture, ecc.), che non solo varia con il materiale stesso, ma che cambia per lo stesso tipo di materiale al variare di alcune condizione al contorno (umidità, pezza di tessuto, condizioni di stoccaggio, ecc.).
Questi aspetti sono noti in tutti i laboratori oggi impegnati in questi studi (in fabbrica, presso gli addetti ai lavori, la frase significativa è quella che afferma che il “tessuto è vivo”), tanto che gli obiettivi di ricerca si possono oggi suddividere secondo due linee operative, che danno vita a due tipologie di risultati attesi e differentemente utilizzabili.
Una prima si muove mirando a simulazioni virtuali di grande realismo e di sicuro effetto grafico, attraverso l’uso di tecnologia ampiamente collaudata in ambito cinematografico e comunque in forte sviluppo (il prodotto statunitense Maya è considerato al momento lo stato dell’arte). I risultati forniscono immagini accattivanti e descrivono una virtualità del tutto confondibile con il reale, ma che tuttavia non è trascodificabile in valori e parametri direttamente trasferibili all’interno del processo industriale: il disegno stilistico rimane unicamente virtuale, anche se di grande effetto; fornisce indicazioni realistiche sull’immagine e sull’impatto visivo, ma molto poco ha a che fare con quegli elementi bidimensionali del prodotto che una volta cuciti insieme lo costituiscono, né con il comportamento reale del tessuto. L’effetto è, appunto, “cinematografico”.
La seconda linea operativa è invece mirata a mantenere uno stretto legame con i dati numerici e le operazioni che caratterizzano il processo progettuale e di fabbricazione.
In questo caso il risultato atteso vuole essere un insieme di parametri e di valori trasferibili con relativa semplicità e essenzialmente senza equivoci interpretativi ad un sistema Cad/Cam o, comunque, ad un tecnico modellista/operatore, che li traduca in elementi reali ed infine in un prodotto finito che si dimostri quanto più simile possibile all’idea che è all’origine della simulazione.
Questa modalità presuppone una serie di pesanti approssimazioni e semplificazioni concettuali dei fenomeni analizzati, e questo fatto pone il problema di una scelta che in tal senso non deve portare ad un eccessivo impoverimento del modello, ma che deve mantenerne inalterate le caratteristiche essenziali per una sua successiva e concreta realizzazione.
Tuttavia, anche se la semplificazione deve necessariamente investire sia i materiali che la complessità strutturale del prodotto stesso (per cui si è rivelato indispensabile studiare il comportamento di una maglietta o di una vestaglia da donna, prima di poter affrontare quello di un abito da uomo), la possibilità di ridurre lo studio a una ben definita serie di volumi e forme, conosciute completamente come matematica e che costituiscono parametri fondamentali per lo studio della vestibilità, rappresenta una grande possibilità semplificativa pur mantenendo integro il modello di studio.
Le Conformazioni Antropometriche, ancora una volta, costituiscono un aiuto fondamentale in tal senso, per il fatto che esprimendo un numero finito e discreto di “famiglie” determinano qualitativamente e quantitativamente l’intervallo di calcolo. Inoltre, nel momento in cui se ne analizzino le interazioni matematiche con gli altri elementi del processo simulato (parti piane dell’indumento, comportamento del tessuto su una specifica geometria, ecc.), questi risultano relazionabili e, di conseguenza, possono essere controllate numericamente.
Infine, considerata la estrema importanza che ha il controllo continuo della simulazione durante lo studio della simulazione stessa, la possibilità di poter effettuare delle prove concrete sui volumi reali Formaxâ, corrispondenti esattamente ai volumi virtuali, fornisce uno strumento di feedback unico e di grande utilità metodologica.
Queste considerazioni sono confermate da quanto è stato realizzato nel progetto europeo MtoM3D, nel quale l’unico modo possibile per pervenire in tempi e costi ragionevoli a risultati misurabili e trasferibili ad un sistema Cad (Lectra Systemes), relativamente a simulazioni di vestibilità delle cosiddette “taglie forti”, è stato quello di riferire costantemente le simulazioni fatte sui modelli numerici ai manichini reali Formaxâ per confrontarne la congruenza e la correttezza operativa.
I testi sulla teoria delle conformazioni antropometriche sono di proprietà della Soc. Cad Modelling T.M. S.r.l.