La sociologia è particolarmente
interessata alla ricerca sociale, infatti solo attraverso questa si
possono mettere in luce i processi che operano sull’assetto
sociale.
Per la sociologia particolare importanza riveste l’analisi quantitativa
ed è indispensabile una conoscenza, anche elementare, della statistica
A. Comte fu un sostenitore della necessità di dare un fondamento matematico
all’analisi sociologica, e in effetti i progressi della sociologia sono
legati a quelli degli strumenti di cui essa si serve per la ricerca sociale e
in particolare a quelli della statistica sociale e dell’analisi dei casi.
Una delle caratteristiche di maggior rilievo riscontrabile nei più recenti
sviluppi delle scienze sociali, è la crescente utilizzazione di metodi
di analisi quantitativa, con largo impegno di tecniche statistiche sempre più raffinate.
La statistica riguarda l’elaborazione dei numeri, e si applica durante
la fase dell’analisi, alla fine del procedimento di ricerca, dopo che tutti
i dati sono stati raccolti, nonché all’inizio del procedimento,
quando si preparano i programmi di analisi e si estrae il campione.
La ricerca sociale in definitiva, non può rinunciare all’indagine
scientifica sulla natura dei fenomeni e sulle leggi che li governano, per questo
essa si serve di tutti i metodi validi e idonei al particolare tipo di ricerca,
come la statistica sociale che mette a diposizione dello scienziato sociale,
dati ottenuti, classificati, analizzati ed interpretati in modo scientifico.
Si pensi ad alcune misure descrittive che includono non solo quantità,
quali le percentuali, le medie e gli scarti quadratici medi, ma anche varie misure
di associazione tra due o più variabili. Si pensi alla teoria della probabilità,
indispensabile per prendere decisioni razionali circa la natura dell’universo
sulla base di informazioni limitate al campione.
Il primo passo per effettuare una ricerca sociale è proprio quello dell’individuazione
del campione, il collettivo statistico che si intende analizzare. Fatto ciò si
deve procedere alla rilevazione delle variabili determinanti, ricorrendo a strumenti
statistici per la codificazione dei caratteri estratti attraverso l’osservazione o l'utilizzo di idonei questionari. Per fare ciò si possono utilizzare strumenti quali le scale di misurazione, il metodo di Miller, il metodo del residuo, il metodo delle covariazioni, le scale intervallari, i rapporti stratistici, le medie, le reti sociali.
A titolo di esempio:
Scale di misurazione dei caratteri
Scala nominale: fra le modalità di un carattere possono formularsi soltanto
i giudizi
X i = X j oppure X
i ? X j
cioè ci troviamo di fronte a caratteri qualitativi sconnessi:sesso, razza,
etc.
Scala ordinale: le modalità del carattere sono definite da attributi ordinabili
in una sequenza non arbitraria ma oggettivamente accertabile. Si possono formulare
i giudizi
X i = X j oppure X
i ? X j
potendo precisare che
X i < X j oppure X
i > X j
Metodo di Miller
Se due fenomeni sperimentali discordano in tutto tranne che in un fattore è presumibile
che il fenomeno derivi da quel fattore.
Se due fenomeni sperimentali concordano in tutto tranne che in un fattore è presumibile
che il fattore sia irrilevante.
Metodo del residuo
Se osservo un fenomeno e isolo gli elementi che sono già spiegati da
altri fattori ciò che rimane è ciò che spiega il fenomeno.
Metodo delle covariazioni
Osservando il fenomeno sociale rilevo la frequenza delle variabili: è un
metodo debole che si basa sul principio secondo il quale le variabili "covariano" quando
a valori alti dell'una tendono a corrispondere valori alti dell'altra, e analogamente
per i valori bassi.
Scala intervallare
Se ad una coppia di elementi adiacenti X i e X i+1 disposti in una scala ordinale è possibile
assegnare un numero X i+1 –X i atto a caratterizzare la loro distanza,
senza tuttavia poter stabilire un’origine obiettiva per il sistema di
misura, si ha una scala intervallare
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