Tessuti creati dagli scarti di produzione degli agrumi, batteri per riciclare il poliestere e una piattaforma virtuale per il recupero degli scarti di produzione tessile.
Sono solo alcune delle idee innovative che hanno ricevuto un milione di euro dal primo Global Change Award, che ha raccolto più di 2.700 idee da 112 Paesi lanciato nel 2015 da H&M Foundation.
Focalizzarsi sullo sviluppo e il sostegno alle nuove tecnologie per riciclare i detriti di plastica marina: è questo il progetto sviluppato da Adidas e Parley for the Oceans, per trasformare la plastica degli oceani in filati tecnici che possono essere utilizzati per prodotti ad alte prestazioni come una calzatura o una T-Shirt.
O ancora: LVMH, multinazionale che abbraccia 70 marchi tra i più prestigiosi ed esclusivi tra cui Louis Vuitton, Dior, Givenchy, Fendi, Céline, Kenzo, Marc Jacobs, ha dato vita ad un fondo da più di 5 milioni di euro che servirà a finanziare progetti per ridurre il consumo d’energia e per la produzione di energia rinnovabile a livello internazionale.
Anche per Kering Group (Gucci, Saint Laurent, Balenciaga, Stella Mc Cartney , Bottega Veneta, McQueen…) la sostenibilità ha un forte peso all’interno della struttura, portando il gruppo francese a quantificare l’impatto ambientale delle sue attività e integrare nei propri obiettivi strategici e nel processo della supply chain la sostenibilità ambientale. Risultando, per il secondo anno, al primo posto del Dow Jones Sustainability Indices nel settore fashion.
Così come si allunga l’elenco dei marchi di moda che hanno adottato un approccio green con il protocollo Detox di Greenpeace: ultime new entry 5 aziende tessili italiane che si aggiungono ai 34 marchi internazionali e alle 20 aziende del distretto tessile di Prato.
Il Manifesto della sostenibilità per la moda italiana promosso dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, a cui si aggiungono il Detox Commitment di Greenpeace e in tema di CSR, Fashion4Development iniziativa dell’ONU, il report Deeper Luxury del WWF e Ethical Fashion Initiative dell’International Trade Center, sono alcune delle iniziative istituzionali in corso.
Molti brand hanno inserito nel board già da qualche tempo figure chiave che si occupano di sostenibilità o di CSR – Corporate Social Responsability.
Molti brand hanno inserito nel board già da qualche tempo figure chiave che si occupano di sostenibilità o di CSR – Corporate Social Responsability.
Questi sono alcuni esempi delle iniziative e progetti che stanno accelerando il passaggio dell’industria della moda verso un’economia circolare, rinnovabile e sostenibile. Per promuove la formazione di filiere progettate per aumentare il tasso di riciclo, riuso e rigenerazione delle materie prime.
Con una crescita basata sull’efficienza e il risparmio. E un cambiamento di mentalità che porta a pensare alla sostenibilità come a un’estensione del concetto di qualità di un prodotto, elemento di valutazione nell’ambito di una scelta consapevole di acquisto.
Approcci basati sulle tre R: riduci, riusa e ricicla. Che portano a ripensare alle risorse usate in un prodotto in modo da minimizzare quelle scarse e quelle tossiche, a rivedere il packaging, a progettare i prodotti perché durino più a lungo o a reinterpretare quelli arrivati a fine vita. Così come approcci basati sull’innovazione, la tecnologia e la sperimentazione: che portano alla creazione di nuove fibre, nuove tecniche di riciclo, nuovi utilizzi delle risorse.
Innovare, stimolare e reinventare l’industria della moda nel segno della sostenibilità. Anche in ambito formativo, dove occorre imparare a porre una grande importanza alle scelte orientate al rispetto dell’ambiente e delle persone. E dove una nuova generazione di stilisti può sviluppare una creatività e innovazione basati sulla sostenibilità e responsabilità sociale.
Articolo a cura di Alessandra Carta, consulente creativo e stilistico per aziende e multinazionali del lusso, quali Max Mara group, Fuzzi, L’Oréal e Bulgari. Fondatore e direttore creativo di Carta e Costura. Direttore Creativo dell’Istituto Modartech. Svolge attività di trend analyst e ricerca di strategie e materiali innovativi e sostenibili.