Ventitré anni e un sogno: entrare nel mondo del fashion system e fare moda secondo la sua identità e la sua visione creativa. Ci è riuscita Claudia Aubert, giovanissima fashion designer fresca di laurea, protagonista di una parabola ascendente che l’ha portata a lavorare all’interno di un importante brand nweyorkese.
Originaria di Viareggio, al termine degli studi ha presentato la sua personale collezione “Head in the Claut”, che le è valsa una collaborazione con l’azienda AREA di New York City, specializzata in artigianato di qualità, sviluppo tessile e decorazioni innovative.
1. Cosa ti ha spinto a scegliere l’Istituto Modartech?
Coltivo la passione della moda fin da quando ero piccola, grazie anche all’esempio di mia nonna, che a Viareggio realizzava calzature fatte a mano di pregevole fattura e che mi ha trasmesso l’amore per l’artigianalità e la cura dei dettagli. È così che, anni dopo, ho deciso di iscrivermi al corso di laurea triennale in Fashion Design di Istituto Modartech.
Un altro aspetto positivo che mi ha convinto è il metodo di insegnamento che permette di toccare diversi ambiti del mondo del fashion, in modo da avere una preparazione a 360°.
2. Parlaci della tua collezione
“Head in the Claut”, ispirata al movimento dadaista, parla di alta artigianalità ed upcycling. Volevo realizzare una collezione che parlasse delle mie passioni, ovvero la moda e l’arte e che fosse anche il mio biglietto da visita.
Per gli abiti ho scelto di utilizzare materiali ecosostenibili e rigenerati, per realizzare qualcosa di nuovo, così come il dadaismo che estrapolava dal contesto oggetti della vita quotidiana, trasformandoli in qualcosa di diverso e inedito. Nella mia collezione i pensieri sono messi a nudo e i confini tra abito, corpo e spazio si dissolvono tra tessuti in tela, jeans second hand, stampe transfer, crochet, ricami handmade e agugliature.
3. Come ha contribuito il corso Fashion Design al tuo percorso professionale?
Quando sono arrivata a New York mi sono resa conto che la mia preparazione era più completa rispetto a quella dei miei coetanei europei. La formazione in ambito moda, in Italia, è superiore agli altri paesi e questo l’ho potuto toccare con mano.
Tuttavia non sarei riuscita ad ottenere il lavoro che ho senza una buona dose di passione e spirito di sacrificio. Ricordo che i primi tempi ho passato anche intere nottate in ufficio, nei periodi di avvicinamento alle sfilate, perché volevo imparare, approfondire e non fare il solito ‘compitino’. Credo che questi sforzi, alla fine, mi abbiano premiata.
4. Che ruolo svolgi in Area NYC e quali sono le tue attività?
Attualmente lavoro nel dipartimento ricami e accessori di AREA. Quando mi hanno chiamata è stato come se si stesse avverando un sogno! Seguivo già da tempo AREA e grazie ad Istituto Modartech ho avuto la possibilità di collaborarci attraverso un tirocinio di sei mesi, al termine del quale l’azienda ha deciso di offrirmi un contratto di assunzione.
L’esperienza oltre oceano di Claudia è stata possibile anche grazie ai fondi europei del progetto Erasmus+ assegnati all’Istituto Modartech, che offre annualmente borse di studio, tramite bando, agli studenti che intendono fare esperienze di mobilità in paesi stranieri, nel quadro degli accordi internazionali regolamentati dal Programma Comunitario.