“Se passa un giorno in cui non ho fatto qualcosa legato alla fotografia, è come se avessi trascurato qualcosa di essenziale. È come se mi fossi dimenticato di svegliarmi.” – Richard Avedon
La fotografia nel mondo della moda è uno degli aspetti basilari per veicolare nel modo migliore un’idea o una visione, basti pensare agli shooting, agli editoriali, alle campagne pubblicitarie.
Un bravo fotografo di moda non deve semplicemente rendere meravigliosa la modella che ha davanti e quello che indossa. Deve prima di tutto capire la visione del designer e dello stylist e veicolare il messaggio al grande pubblico attraverso una fotografia.
Attraverso un intrigante excursus, Istituto Modartech vi porterà alla scoperta dei più celebri fotografi di moda del passato e del presente. Dopo l’articolo dedicato al prediletto di Vogue, Steven Meisel, questa volta analizzeremo il percorso di Richard Avedon.
Richard Avedon, nacque a New York nel 1923 e sin dalla tenera età la madre Anna, la cui famiglia era proprietaria di una sartoria, gli trasmise l’amore per la moda e l’arte.
Avedon manifestò l’interesse per la fotografia all’età di 12 anni, quando entrò a far parte del Young Men’s Hebrew Association (YMHA) Camera Club. La sua prima modella e musa fu la sorella più piccola, Louise.
Dopo aver abbandonato il college, entrò nella Marina mercantile, dove venne assegnato alle autopsie e alle foto d’identità. Nel frattempo, per diletto, scattava anche dei ritratti ai suoi compagni di camerata.
Nel 1944 si unì al gruppo della rivista di moda Harper’s Bazaar, grazie all’amico e art director della rivista, Alexey Brodovitch. Rimase nel gruppo per dodici anni rivoluzionando il concetto di foto nella moda: Avedon collocava infatti le modelle, solitamente irrigidite e statiche nelle pose, per strada o in locali notturni. Inoltre le faceva sorridere, ammiccare e ridere.
Tuttavia la sua unica e vera musa resta Audrey Hepburn: Avedon era incantato dalla bravura dell’attrice di fronte alla macchina fotografica. Riusciva a posare senza sforzo e a rendere ogni scatto un’opera d’arte.
Negli anni ’60-70 Avedon seguì Diana Vreeland, direttrice di Vogue America, alla rivista e cominciò a lavorare firmando gran parte delle copertine fino all’arrivo di Anna Wintour nel 1988. Nel frattempo Avedon realizzò anche le campagne pubblicitarie per diversi brand, tra cui Gianni Versace, Calvin Klein e Revlon e lavorò con altre riviste specializzate, come Life.
Nel 1992 diventò collaboratore fisso per le prestigiose riviste The New Yorker e Rolling Stone, mentre nel 1995 e 1997 realizzò le edizioni del prestigioso calendario Pirelli.
Nel 2003, un anno prima della sua morte, venne insignito Membro Onorario della The Royal Photographic Society e ricevette la medaglia in occasione del 150esimo Anniversario dell’istituzione come riconoscimento al contributo straordinario che ha dato nel campo della fotografia.
Richard Avedon è divenuto celebre per i suoi innumerevoli ritratti in bianco e nero e i suoi reportage di guerra, come quello degli orfani di Danang durante la guerra del Vietnam.
È sempre stato interessato a come la ritrattistica riesca a catturare la personalità e l’anima del suo soggetto.
Tra i volti famosi che ha ritratto con la sua macchina fotografica è possibile annoverare Buster Keaton, Marian Anderson, Marilyn Monroe, Sophia Loren, i Beatles, Marella Agnelli, Ezra Pound, Isak Dinesen, Dwight D. Eisenhower, Andy Warhol, e il Chicago Seven.
I suoi ritratti sono facilmente distinguibili per il loro stile minimalista, in cui la persona guarda ad angolo retto nella fotocamera, posta di fronte a uno sfondo bianco puro. Eliminando l’uso di luci soffuse e oggetti di scena, Avedon è stato in grado di concentrarsi sui mondi interiori dei suoi soggetti, capaci di evocare emozioni e reazioni.
Le opere di Richard Avedon oggi arricchiscono le collezioni del Museum of Modern Art e Metropolitan Museum of Art di New York, del Centre Georges Pompidou di Parigi e di molti altri musei ed esposizioni in tutto il mondo.