Intervista a Simonetta Gianfelici, talent scout e ideatrice del concorso “Who’s on next?”
Grande conoscitrice e studiosa della moda, prima di diventare la talent scout che è oggi nonché fondatrice e ideatrice del concorso “Who’s on next?” in collaborazione con AltaRoma, Vogue Italia e Pitti Immagine, Simonetta Gianfelici è stata modella di fama internazionale, immortalata da fotografi del calibro di Helmut Newton, Miles Aldridge, Paolo Roversi e Peter Lindberg, ed ha prestato il suo per volto per numerose campagne pubblicitarie e spot, come testimonial per beauty brand come Dior, YSL, Chanel ed Helena Rubinstein.
Ha sfilato sulle passerelle di Balenciaga, Comme De Garçonne, Dior, Fendi, Ferrè, Versace, Gucci, Hermès, Gaultier, Della Renta e Valentino e ha collaborato con Thierry Mugler e Vivienne Westwood, dei quali è amica e musa.
1. In un mondo frenetico e sfaccettato, quanto è importante per un giovane creativo, essere multitasking?
Trovare soluzioni ibridando ambiti molto diversi tra loro è fondamentale; rimettere in gioco se stessi e le proprie posizioni attraverso il confronto con gli altri; non accettare che nulla sia “impossibile solo perché non si è mai fatto prima”.
In quest’ottica, è necessario espandere i propri orizzonti culturali quanto più possibile, comunicando e cooperando con realtà diverse e nutrendo la propria curiosità anche al di fuori del proprio ambito. In un sistema in cui tutto tende a standardizzarsi, solo l’inventiva, la fantasia e la curiosità possono fare la differenza.
2. Ha una grande esperienza come talent scout, quali sono le caratteristiche che di solito le fanno scattare la scintilla e pensare: sono di fronte a un giovane talento?
Nel corso degli anni ho incontrato alcuni giovani creativi di talento e ho notato che normalmente si contraddistinguono per alcune caratteristiche come un’innata disponibilità al cambiamento e un atteggiamento “no problem” rapido e ottimista nel trovare soluzioni. Sono individui che possiedono una “visione” e nello stesso tempo tengono i piedi saldamente ancorati a terra.
Tra i tanti progetti visionati negli anni, i migliori, i più originali, sono stati senz’altro quelli che presentavano un aspetto di autenticità. Un lavoro sincero, infatti, che attinga dal nostro pensare, è rinnovabile, potrà crescere ed evolversi naturalmente, poiché è il risultato di ciò che siamo e sappiamo. In una parola ci rappresenta anche nelle nostre personali evoluzioni umane e professionali.
Essere una persona di talento significa anche essere coraggiosi. Non basta, infatti, avere capacità e idee, serve anche il coraggio di esprimerle. Vuol dire possedere l’audacia di esplorare nuove strade, le proprie, ma anche di guardare oltre, con prospettiva, avere l’ardire di sognare, di rischiare e saper coinvolgere altre persone nei propri progetti.
3. Cos’è “Who is on next?” e quanto è importante per la promozione dei giovani creativi?
Who is on next è nato nel 2005 con l’intento di promuovere non solo la creatività ma anche l’industria tessile e manifatturiera italiana. I giovani creativi rappresentano il presente e il futuro del nostro paese. Sono loro gli innovatori assoluti, gli abili pionieri nel trovare soluzioni inconsuete.
Allo stesso tempo un creativo di talento è capace di condividere i valori di un’azienda, portando un valore aggiunto in termini di idee e competenze, creando, all’interno della stessa, un impatto positivo.
Molti dei talenti emersi dal progetto Who is on next? sono oggi alla direzione creativa di brand affermati, solo per citarne alcuni Arthur Arbesser da FAY, Paul Andrew in SALVATORE FERRAGAMO, Gabriele Colangelo da GIADA.
4. Quanto crede che sia importante la formazione per i talenti di domani?
È fuori di dubbio che il talento non appartenga solo ai creativi. Appartiene ad ogni professione e ruolo; sarti, tagliatori, modellisti, sono attività tradizionali, antiche; la creazione di un prodotto di eccellenza, durevole nel tempo e di altissima qualità, per esempio, sarà spesso affidato alle loro mani e sarà la loro formazione e la loro audacia nella sperimentazione a dare forma e concretezza alle idee.
Il processo di formazione richiede consapevolezza, tempo e impegno, elementi necessari ad acquisire competenze e sapere specifici. Ma anche l’ambiente in cui questo si realizza è importante.
Modartech è l’ambiente favorevole per tradurre le proprie inclinazioni in risultati tangibili ed è proprio qui che si inserisce la figura dell’insegnante, del mentore, del talent scout, che, in precise circostanze, è in grado di intuire le inclinazioni e la predisposizione di un individuo per valorizzarle e portarle a compimento.
Apprendimento, studio, esperienza, sono queste le chiavi per diventare artisticamente imprevedibile.